Festa del Sacrificio. Il prevosto: "Solidarietà alla comunità islamica". La Lega non ci sta

L'onorevole Nicola Molteni firma una lettera di risposta al prevosto di Cantù

Festa del Sacrificio. Il prevosto: "Solidarietà alla comunità islamica". La Lega non ci sta
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Festa del Sacrificio. Il prevosto: "Solidarietà alla comunità islamica". La Lega non ci sta. In una breve nota don Fidelmo Xodo, prevosto di Cantù, ha commentato i fatti di venerdì scorso.

Festa del Sacrificio. Il prevosto: "Solidarietà alla comunità islamica". La Lega non ci sta

L'Amministrazione comunale di Cantù aveva diffidato la comunità islamica all'uso dell'immobile via Milano per la celebrazione della Festa del Sacrificio. Circa 600 musulmani hanno scelto di riunirsi nel corso della mattinata di venerdì scorso, nonostante il divieto. Per la Lega è stato un affronto. Don Fidelmo Xodo, prevosto di Cantù, ha espresso la sua opinione sulla vicenda. Una nota è apparsa sull'Informatore parrocchiale.

La nota

“Pur non conoscendo molti particolari della vicenda, esprimo la mia solidarietà nei confronti della comunità islamica di Cantù, multietnica e moderata, che per celebrare la Festa del Sacrificio ha dovuto affrontare ostacoli non solo di carattere burocratico ma anche ideologico. Sono convinto che la libertà religiosa e di culto, come scritto nella Costituzione, debba essere garantita dallo Stato e dalle Amministrazioni locali, anche alle minoranze che vivono nel nostro territorio. Mi auguro che i canali di dialogo aperti negli anni precedenti possano servire a risolvere per tempo i problemi, anche quelli relativi agli edifici di culto, senza creare tensioni e contrapposizioni, favorendo un contesto di amicizia sociale".

La reazione della Lega

L'onorevole Nicola Molteni ha affidato ai social una risposta. "Pur conoscendo la straordinaria attività spirituale e caritativa della Comunità Pastorale a cui appartengo, trovo sorprendente il "Comunicato" apparso oggi sull'Informatore della Comunità di San Vincenzo a firma Don Fidelmo.
Sorprende la sua dichiarata "non conoscenza" dei fatti relativi alla moschea di Via Milano che dovrebbe quindi spingere alla prudenza, sorprende la dogmatica certezza nel definire "moderati" i musulmani canturini, sorprende l'accusa di ideologismo nei confronti di chi contrasta l'illegalità sul nostro territorio e sorprende ancor di più il rimprovero all'amministrazione locale rea di non garantire la libertà religiosa. In città le varie confessioni non soffrono infatti restrizioni liberticide, ma anzi evangelici, luterani, testimoni e altri vivono pienamente integrati con gli altri rispettando le regole.
Anomala infine anche l'anticipazione del comunicato sui social attraverso forze politiche locali di sinistra.
Cogliendo però l'appello al dialogo, utile per addivenire a una verità dei fatti, certo che la Verità dottrinale sia già consolidata in Don Fidelmo, resto a disposizione per ogni chiarimento relativo alla moschea abusiva su cui le autorità stanno indagando.
Poiché il diritto di culto è sacro fin dai tempi dell'editto di Milano, ma questo non determina l'obbligo di concedere un luogo di culto (considerata anche l'assenza di Intese sottoscritte, previste dalla Costituzione, dalla comunità islamica) il Consiglio Pastorale di cui lei è a capo potrebbe farsi garante dei fedeli islamici (spesso provenienti da Paesi che perseguitano i cristiani) concedendo loro luoghi spazi o pertinenze di sua proprietà. C'è infatti nell'Islam un risvolto sociale e politico, e una mancanza di guide giuridicamente riconosciute, per cui sarebbero utili delle garanzie. Certo che per la nostra comunità civile servano buoni amministratori e che per la nostra comunità religiosa servano buoni Pastori. Cordialmente".

 

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