Apertura del Vescovo Cantoni alla comunione per i divorziati

Si è parlato dell'accesso ai sacramenti per le persone separate-divorziate e in nuova unione coniugale.

Apertura del Vescovo Cantoni alla comunione per i divorziati
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Apertura del Vescovo Omar Cantoni ai divorziati e risposati. E' successo durante la conferenza stampa di questa mattina dove erano presenti anche il vescovo don Fabio Fornera, Vicario episcopale per la pastorale; don Luigi Savoldelli, Delegato diocesano per la Pastorale della Famiglia; monsignor Angelo Riva, Delegato diocesano per la Cultura, docente di Teologia Morale.

Sono state date queste le linee guida offerte nella nota pastorale scritta per dare applicazione nella diocesi lariana al capitolo 8 dell'Amoris Laetitia.

L'apertura verso i divorziati risposati

Nella nota si legge: "Chi, dopo la separazione, iniziasse una nuova convivenza di tipo coniugale, viene a trovarsi in una condizione irregolare rispetto alla dottrina della chiesa, ma è comunque invitato a partecipare alla vita della comunità cristiana". Poi l'apertura con un cammino che dovrà essere fatto insieme ad un sacerdote: "I percorsi andranno costruiti e sperimentati insieme dai pastori della Chiesa e da persone competenti che li affianchino".

Nel dettaglio

Una persona divorziata e risposata può avvicinarsi nuovamente al sacramento dell'Eucaristia. La via è indicata nel capitolo 8 dell'Amoris Laetitia intitolato “Accompagnare, discernere e integrare le fragilità” ed è formata da quattro tappe. "1) La verifica della propria vita cristiana, fondata sulla “via dell’amore” che Gesù propone a tutti i credenti. Un esame di coscienza uguale a quello indicato per ogni fedele (anche "regolarmente” sposato). 2) Avere un atteggiamento di umiltà e consapevolezza della propria condizione “irregolare”. 3) Avere pentimento sincero per il fallimento del precedente matrimonio, con la verifica anche delle responsabilità e dei doveri che da esso derivano, nei confronti del coniuge e di eventuali figli. 4) Il punto più delicato: la verifica della irreversibilità morale, oltre che pratica (ad esempio per la presenza di figli nati dalla nuova unione o accolti dalla precedente) del nuovo legame di tipo coniugale, magari già ratificato anche attraverso il matrimonio civile".

 

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