Questione immigrati l'intervento di Renato Meroni

Il canturino è un militante del partito politico Fratelli d'Italia.

Questione immigrati l'intervento di Renato Meroni
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Questione immigrati l'intervento di Renato Meroni.

Questione immigrati, l'opinione di Meroni

Il militante di Fratelli d'Italia Renato Meroni è intervenuto sul tema dell'immigrazione. Nell'introdurre l'argomento, Meroni ha citato la frase di Shakespeare: "Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini sono soltanto degli attori che hanno le loro uscite e le loro entrate. E ognuno, nel tempo che gli è dato recita molte parti".

L'opinione del militante di Fratelli d'Italia

"Nella società moderna conta più l'apparire che l'essere se stessi, un bisogno diventato un vero stile di vita accettato nella quotidianità, un mantra da seguire che condiziona anche i rapporti umani - ha dichiarato Meroni - L'ipocrisia fa parte della natura umana, pregio o difetto, proprio perché tutto diventa opinabile, come la valenza del termine di bene o di male. L'ignavia della ragione. Viviamo quindi in una società in cui conta più l'apparire rispetto all'essere. Apparendo come o meglio di altri ci si sente invincibili, mai messi in discussione, ci crediamo i migliori, in un groviglio di complicità. L'uso personalistico della morale, è troppo spesso anche della religione ci portano ad avere una visione personalistica della realtà, che troppo spesso ci sfugge di mano. Prendiamo il caso dell'immigrazione clandestina".

Il tema dell'immigrazione

Meroni ha quindi continuato: "Mi chiedo se sia giusto sradicare dalle proprie terre popolazioni per il solo lucro di Lobbies internazionali, per la salvaguardia del benessere del mondo “civile”? Il nostro, quello che ci permette di vivere ancora una realtà agiata, pur segnata dal declino economico che persiste oggigiorno. Poi c'è l'altra immigrazione, quella forzata, quella dei Paesi perennemente poveri, e forse nemmeno per loro scelta. Forse, è sicuramente un eufemismo. L’emergenza giustifica sempre tutto. La migrazione a causa delle guerre, ma anche per ragioni economiche, è un fiume in piena, i muri possono rallentare un fiume in piena ma mai fermarlo, così i migranti, trovato un blocco, passano per un’altra via aggirando l’ostacolo. Peraltro, chi non ha più nulla da perdere non si fa nessuno scrupolo dei rischi che deve correre per raggiungere la meta. Fatti storici e innegabili vedevano l’Europa, voltare le spalle al nostro Paese, lasciandoci soli nel soccorso ed accoglienza dei migranti del Mediterraneo, aggrappandosi al trattato di Dublino, poi, per salvare la propria coscienza, alcuni stati hanno mandato navi di soccorso, ma con l’accordo tassativo di sbarcare i profughi sulle nostre coste. Adesso però che sono più i migranti che arrivano direttamente via terra dai Balcani, che quelli che attraversano il Mediterraneo, allora il problema è diventato Europeo.

L'immigrazione non è una emergenza

"I politici - ha aggiunto Meroni - parlano dei migranti sempre come di una “emergenza”. In realtà la migrazione verso l’Europa è vecchia di molti anni e prevedibile nella sua evoluzione. Ma fa sempre comodo trattare tutti i problemi come “emergenze”, così in parte ci si discolpa e si possono prendere decisioni al di fuori delle normali procedure. Nel nostro Paese, in particolare, negli ultimi tempi sono nate e si sono moltiplicate associazioni che prestano ricovero a questi disperati, sostenuti da una morale indiscussa e indiscutibile che coinvolge la fede come strumento e metro di valutazione dei propri valori morali, ad esclusivo uso di benemeriti della solidarietà, anch'essa indiscussa e indiscutibile, con risultati non sempre cristallini. L'immigrazione deve avere sempre come scopo l'integrazione, e non la disintegrazione o la segregazione, cioè la creazione di piccole “Nazioni” contrastanti all'interno del Paese ospitante, quali siano alberghi o centri di accoglienza, che troppo spesso si trasformano in centri di solitudine, dove i professionisti del bene ad orologeria trovano pace al loro solo insediamento. L’immigrazione deve avere sempre in mente il bene comune: essa non può sopraffare o distruggere la nazione.

Immigrazione organica e proporzionata

Ha poi proseguito Meroni: "Ciò spiega perché tanti europei provano una sensazione di sconforto e di apprensione di fronte alle massicce e sproporzionate immigrazioni di questi ultimi anni. Un tale flusso di stranieri, provenienti da culture molto lontane e perfino ostili, introduce situazioni che distruggono gli elementi di unità psicologica e culturale della nazione, distruggendo perciò la stessa capacità della società di assorbire organicamente nuovi elementi. In questo caso, si sta chiaramente attentando contro il bene comune. L’uguaglianza non può perciò essere confusa con l’omologazione o con l'annichilimento della propria identità. Un eccesso di tolleranza, di irrazionale auto-umiliazione, rischia di essere causa di eccessi di intolleranze. Nel contesto multietnico e multiculturale, una simile violenza, potrebbe facilmente trasformarsi in un fattore d’instabilità. Il principio di tolleranza è certamente, in primo luogo, un valore a difesa delle minoranze; ma anche le minoranze debbono prender serenamente atto dei modi di essere, di sentire, di esprimersi della maggioranza. E rispettarli. E’ necessario esigere che il riconoscimento dei diritti dei nuovi cittadini trovi rispondenza, da parte loro, nel puntuale rispetto dei doveri verso la nazione che li accoglie.

Coesione sociale

Nel concludere il suo intervento, Meroni ha specificato: "La coesione sociale e la pace non possono essere raggiunte obbligandoci a cancellare le peculiarità religiose del nostro popolo, finendo con il realizzare come avviene da un po’ di tempo anche nelle nostre scuole, una sorta di dittatura delle minoranze, che calpesta il diritto di tanti cittadini a veder rispettate le proprie tradizioni, usanze, i propri simboli religiosi e culturali. Aspetto secondario ma molto importante: quello economico. In mezzo alla più grave crisi economica degli ultimi decenni, l’Europa si può permettere di prendere in carico milioni di immigrati senza ledere il bene comune dei suoi cittadini? L’immigrazione organica e proporzionata è sempre stata un fattore di sanità e di forza per la società, introducendovi nuova vita e nuovi talenti. Quando, però, diventa sproporzionata e incontrollata, mettendo in pericolo le fondamenta della società e dello Stato, allora diventa pregiudizievole per il bene comune. Un Paese deve usare giustizia e carità nel trattare gli immigranti. Soprattutto, però, deve salvaguardare la concordia e il bene comune, senza i quali un Paese non può durare a lungo. Questo per non parlare della Fede cristiana, il più profondo elemento fondante della nostra civiltà".

 

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