Il Pd su Matteo Salvini a Como: "Lo Stato in città c'era anche prima della sua venuta"

"I 250 nuovi operatori nelle Commissioni prefettizie per sveltire le pratiche dei richiedenti asilo arriveranno grazie al decreto Minniti" ha spiegato Braga.

Il Pd su Matteo Salvini a Como: "Lo Stato in città c'era anche prima della sua venuta"
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Tutti gli occhi nella giornata di ieri, venerdì 8 giugno, sono stati puntati sull'arrivo del neo Ministro Matteo Salvini a Como. Una venuta organizzata per dare sostegno ai due autisti di Asf Autolinee malmenati da un gruppo di stranieri senza biglietto. Durante la conferenza stampa di ieri in Prefettura il Ministro dell'Interno ha aperto il suo discorso spiegando: "Ho ben volentieri anticipato il mio rientro da Roma per venire a testimoniare ai lavoratori e ai cittadini di Como che lo Stato c'è". Parole che non sono piaciute al deputato comasco del Pd Chiara Braga.

Il Pd su Matteo Salvini a Como: nuovi operatori grazie al decreto Minniti

"Ribadisco quanto già espresso dal Pd: ferma condanna a quanto accaduto e solidarietà ai lavoratori aggrediti, oltre al ringraziamento alle forze di polizia per il loro immediato ed efficace intervento. A Como lo Stato c’è, ben prima della venuta del neo Ministro dell’Interno. Non a caso tutto ciò che ha annunciato oggi in conferenza stampa sono misure già previste dalle leggi vigenti. A partire dai 250 nuovi operatori delle Commissioni prefettizie, già assunti a febbraio con il decreto Minniti. E il nuovo Ministro dell’Interno sicuramente è a conoscenza anche degli altri 170, che verranno insediati nelle prossime settimane, arrivando a triplicare le risorse umane delle Prefetture dedicate alle pratiche dei richiedenti asilo". Queste le parole della rappresentante comasca dem alla Camera.

Quindi ha proseguito a commentare la linea del nuovo Governo sull'immigrazione e la gestione dei flussi migratori. "Il Ministro Salvini - prosegue la Braga - chiamerà la Merkel per chiederle di cambiare passo in Europa sulla gestione dell’immigrazione? Bene, anche qui proseguirà sulla strada di chi lo ha preceduto. Prima però convinca Viktor Orbàn a cambiare idea, visto che è proprio quello che lui considera il suo migliore amico a non aver accolto nemmeno un migrante in questi anni nel suo Paese, opponendosi al piano di ricollocamento europeo e quindi penalizzando soprattutto l’Italia".

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