A Mariano l'inaugurazione della mostra Ecce Vita e il concerto dei Mnogaja Leta Quartet

Si terrà alla Chiesa S. Francesco di Mariano l'inaugurazione della mostra "Ecce Vita" di Carlo Brenna. In seguito si esibirà il Mnogaja Leta Quartet.

A Mariano l'inaugurazione della mostra Ecce Vita e il concerto dei Mnogaja Leta Quartet
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Sabato 13 aprile, si terrà alla Chiesa San Francesco a Mariano Comense, alle 18, l'inaugurazione della mostra "Ecce Vita" di Carlo Brenna. In seguito, al Palatenda di via Don Sturzo, alle 21, si esibirà il Mnogaja Leta Quartet.

A Mariano l'inaugurazione della mostra Ecce Vita e il concerto dei Mnogaja Leta Quartet

La mostra Ecce Vita di Carlo Brenna:

Ecce Vita è il titolo scelto dall'artista Carlo Brenna per proporre la sua personalissima via cruscis, realizzata nel 2014. Non è la prima volta che Brenna affronta la tematica della passione. Gia nell’agosto del 1999 nella piazza antistante la chiesa parrocchiale di Margno  (Lecco) sono state inaugurate quindici stazioni che in seguito avrebbero preso posto nelle altrettanti cappelle site nella piazza.

In questa sua prima via crucis, per quanti vorranno andare a vedere, si può notare il coinvolgimento di Brenna, nella ricerca iconografica tesa al rispetto degli accadimenti sacri riguardanti la liturgia della Via Crucis con un ritorno ad una figurazione classica, attenta alla simbologia cromatica dei vecchi dipinti, tecnica espressiva che l’artista aveva abbandonato e superato; è dagli anni ’70 che Brenna è conosciuto per le sue opere metafisico-surreali. Ora queste quindici formelle si trovano nel santuario della Madonna delle Lacrime a Lezzeno sopra Bellano.

Ma veniamo a Ecce Vita pensata ideata e realizzata secondo lo spirito che permea l’intero operato artistico di Carlo Brenna. Realizzate con la tecnica dell’affresco su tavola in una raffigurazione metafisico-surreale, colloca, interpreta e rende contemporaneo i temi della via crucis dove gli elementi che vi compaiono tendono a modellare un tempo infinito dato dalle contemporanee presenze di elementi del passato e del presente. In particolare l’Artista fa suo il percorso iconografico e lo re-interpreta secondo una sua simbologia, un pensiero che è costante nel suo percorso artistico che vede la figura della donna centrale alla vita. Simbolicamente per Brenna la figura femminile esprime l’esternazione dell’io, il rifugio, la sofferenza, l’amore, la vita stessa, la donna  diventa simbolo concreto di passione che nella sofferenza dona la vita. Corporalmente Cristo è Madre, nel suo calvario nel donarsi per dare al mondo una nuova vita.

La composizione scenografica e l’emozionante cromia, basata sugli opposti caldi freddi, creano un’atmosfera dove i sensi si fondono con inequivocabili tensioni mistiche e terrene, che riconducono alla contemporaneità ed alla quotidianità degli eventi. Possiamo notare nel linguaggio espressivo di Carlo Brenna, la non presenza fisica della croce, che metaforicamente è espressa da ciò che l’uomo costruisce le “architetture” le quali segnano l’infinito tempo che scorre e contemporaneamente suggeriscono la duplice condizione: il mondo che schiaccia, opprime la “donna vita” e inversamente la “donna vita” nella sua debolezza sorregge il mondo.

Mnogaja Leta Quartet:

Quasi 60 anni di attività e più di 1000 concerti, prima di canti popolari milanesi o delle nostre montagne o di nazioni lontane, poi l'innamoramento 0per tutto il repe4rtorio dei Negro Spirituals, dalla A di Amazing Grace alla W di When the Saints go marchin' in. E non fanno i cantanti di professione. Un unicum nel panorama musicale, fatto di buongusto, rigore stilistico, affiatamento, spiritualità. Già ospiti a Mariano (nel 1968 al Teatro San Rocco, nel 2015 al Jean Monnet per un concerto di beneficienza, nel 2016 per il concerto di Natale in chiesa Santo Stefano) i Mnogaja Leta Quartet tornano quest'anno per augurarci buona Pasqua. Un grazie sincero va ai quattro cantanti (Maurizio, Alberto, Luciano, Nino), ai loro musicisti (Vanni, Riccardo, Giovanni) e al loro editore (Gianni Rugginenti) "Mnogaja Leta" è l'augurio finale della liturgia bizantino-slava e significa "Ad multos annos". Un augurio che facciamo anche a loro: che continuino per molti anni ancora ad augurarci l'entusiasmo del loro gruppo e il fascino della loro musica.

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