Allarme sicurezza con sette incidenti in 10 giorni provocati dalla fauna selvatica

Sette incidenti in dieci giorni in Alto Lago, in particolare in Val Menaggio e a Grandola.

Allarme sicurezza con sette incidenti in 10 giorni provocati dalla fauna selvatica
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Allarme sicurezza con troppi incidenti causati dalla fauna selvatica. "E’ una situazione di alto rischio che denunciamo da anni. Ora non si perda più tempo, il problema va affrontato per tutelare cittadini e imprese", dice Coldiretti Como-Lecco.

Troppi incidenti causati dalla fauna selvatica

Sette incidenti in dieci giorni in Alto Lago, in particolare in Val Menaggio (un corridoio di collegamento internazionale tra Lario e Ceresio) e a Grandola: strade di intenso traffico "che sono messe a rischio dall’improvviso attraversamento stradale dei selvatici” come rimarca Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como-Lecco. Succede nelle nostre province, “e ciò che fa più arrabbiare è che questi incidenti potevano essere evitati, ascoltando la voce degli agricoltori e di Coldiretti che, ormai da anni, denunciano la crescente gravità di una situazione che è oggettivamente fuori controllo. Siamo tutti a rischio:  produttori, cittadini e automobilisti che, da un momento all’altro, possono trovarsi davanti la sagoma di un animale selvatico e  rischiare un incidente che può avere conseguenze gravissime".

Al centro di tutto, le dimensioni di un problema "che non fa altro che peggiorare: quello di cervi e cinghiali è un problema che non riguarda solo la Val Menaggio o l’Alto Lago, ma l’intero comprensorio lariano: la proliferazione incontrollata di questi animali comporta un progressivo aumento dei fattori di rischio. Orai siamo di fronte a un problema di sicurezza a tutti gli effetti, che non farà che aumentare nella stagione invernale. Gli stessi responsabili della sicurezza stradale, infatti, hanno evidenziato come la presenza di ungulati nel fondovalle aumenta con l’arrivo della neve in quota… e con la discesa degli animali in cerca di cibo, va da sé che si acuisce ulteriormente il rischio di incidenti stradali".

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Gli animali pericolosi

Non sono solo le strade della Val Menaggio e dell’Alto Lago a raccontare un bollettino di cronaca che, di giorno in giorno, annovera episodi sempre nuovi: dai cinghiali che passeggiano tranquillamente in città nelle prime ore del mattino, ai cervi che invadono persino i cimiteri, mangiando i fiori destinati ai nostri cari. E, come se non bastasse, nell’area brianzola si sta diffondendo persino la presenza delle nutrie: anch’esse rappresentano una minaccia per le nostre strade, oltrechè per l’agricoltura.

Lo rimarca Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como-Lecco: l’organizzazione agricola, “denuncia da anni un problema, quello dei elvatici, che continua a crescere a dismisura, e continuerà a farlo: i cinghiali, in particolare, sono animali molto prolifici e non hanno antagonisti naturali, va da sé che riproducendosi continuamente, il numero dei capi aumenta di anno in anno in maniera esponenziale. Lo stesso dicasi per cervi e caprioli. I danni provocati nelle due province lo scorso anno sono stati pari a 350 mila euro, nel 2019 sicuramente saranno molti di più. Le imprese agricole sono esasperate e hanno ragione: i cittadini e gli automobilisti hanno paura: oggi, un poco piacevole “incontro ravvicinato” con un animale selvatico non è più un’ipotesi remota nemmeno entro i confini urbani della città di Como”.

Coldiretti invita a segnalare qualunque animale incontrato

Coldiretti invita “imprese e cittadini a segnalare la presenza degli ungulati, anche attraverso il nostro portale web o contattando i nostri uffici sul territorio” e rimarca, attraverso il direttore Giovanni Luigi Cremonesi, la “massima allerta su un tema rispetto al quale non intendiamo in nessun modo abbassare la guardia: è poi sempre importante fare denuncia anche alle forze dell’ordine nel caso di incidenti: la sicurezza dei cittadini è un principio insindacabile di tutela”.

Conclude il presidente Trezzi: "Siamo ormai in autunno inoltrato e, ciononostante, le invasioni nei campi di cinghiali e selvatici non si fermano e nemmeno regrediscono: anche per questo ribadiamo la necessita di azioni ancor più incisive e l’urgenza di un nuovo censimento che fotografi in modo realistico la situazione".

Occorre quindi dar corso e incrementare gli interventi straordinari di prelievo, così come è urgente una revisione dei piani faunistico-venatori di concerto con le associazioni di categoria e gli organismi preposti. Ciò con particolare riferimento alle quote di esemplari, partendo dalla effettiva consistenza delle popolazioni di selvatici e in relazione ad oggettivi criteri di sostenibilità dei territori: ad esempio un recente monitoraggio di Coldiretti ha confermato la gravità della situazione proprio nei campi di Piano Porlezza, con immagini che documentano come un fondo sia ripetutamente invaso da decine di capi tra cervi, caprioli e cinghiali, anche contemporaneamente.

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