Asili nido, questi sconosciuti. Orsenigo (Pd): "Solo un bimbo su 6 in provincia di Como ha il posto: Regione faccia di più"

Per il consigliere regionale la misura nidi gratis non basta per aiutare le madri a tornare al lavoro.

Asili nido, questi sconosciuti. Orsenigo (Pd): "Solo un bimbo su 6 in provincia di Como ha il posto: Regione faccia di più"
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A poco più di una settimana dal ritorno a scuola, il consigliere regionale Dem Angelo Orsenigo denuncia la mancanza di asili nido in Lombardia.

Asili nido a Como: 16,8 posti ogni 100 bimbi nel Comasco

Tasso di occupazione femminile tra i più bassi d’Europa, abbandono del lavoro che si pone agli stessi livelli, media di figli per donna ferma a poco più di uno: in Italia fare le madri e lavorare è più complicato che altrove.

“E la Lombardia, dove i bambini tra 0 e 2 anni sono circa 250mila (al 1 gennaio 2018, ndr), ha una copertura di 23,5 posti in asilo nido ogni 100. Molto più bassa la percentuale di Como che, con 13.850 bambini a fronte di 2.323 posti, si attesta al 16,8. Ma l’Obiettivo di Lisbona, ratificato da tutti gli Stati europei, prevedeva 33 posti ogni 100 bimbi da raggiungere entro il 2010 – denuncia Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, facendo eco all’allarme appena lanciato dai sindacati –. E invece di incrementarli, la Regione si è sempre limitata ad adottare misure complementari, come ‘nidi gratis’, rispetto a quelle statali, senza aumentare, appunto, la rete di offerta dei servizi all’infanzia, ora sottodimensionata, frammentata ed eccessivamente rigida, che non supporta pienamente la conciliazione degli orari di vita e lavoro e non offre opportunità di crescita educativa e di relazione a tutti i bambini”.

Orsenigo ricorda poi che “nidi gratis sono un pezzo della risposta che la Regione mette in campo grazie anche a finanziamenti europei, ma va fatto molto di più. E la possibilità ci sarebbe, ovvero un piano di diffusione dei servizi all’infanzia da considerarsi servizio educativo a domanda collettiva e importante supporto alle donne che lavorano. Perché sono proprio l’alto costo dei nidi e la mancanza di strutture a portata di mano che fanno da deterrente forte al rientro al lavoro”.

Infine, conclude il consigliere Pd, “considerando che dal 2019 le donne non hanno neanche più il supporto del bonus baby sitter e del buono asilo nido, tolti a inizio anno dal Governo, la Regione deve fare la sua parte con maggiore convinzione anche sostenendo gli enti locali che devono fare grandi sforzi per aumentare le possibilità di posti”.

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