Como Accoglie, 5mila ore e 175mila euro nel primo anno di lavoro: "Non possiamo sostituire le istituzioni"

Il futuro: "La fine di Emergenza freddo getta le persone sulla strada, senza ricovero, come è stato negli anni passati, creando disagi a loro e alla città".

Como Accoglie, 5mila ore e 175mila euro nel primo anno di lavoro: "Non possiamo sostituire le istituzioni"
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Lunedì 15 aprile l'associazione di volontariato Como Accoglie ha organizzato la prima assemblea per tirare le somme su un anno di lavoro e di vita e ne sono usciti numeri impressionanti ma soprattutto un (nuovo) appello alle istituzioni.

Como Accoglie: le parole dell'associazione

L’assemblea è stata l’occasione per ripercorrere le azioni compiute nell’assistenza diretta, nell’accompagnamento alla formazione e al lavoro, nell’assistenza per problemi di ordine legale o medico, nella collaborazione con altri enti, nell’informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

Complessivamente gli associati, attualmente risultano 101 iscritti, hanno compiuto in poco più di un anno oltre 70 diverse azioni. La sola assistenza diretta quotidiana dei migranti senzatetto, mattino e sera, senza interruzione dall’atto di costituzione di Como accoglie per 500 giorni, domeniche e feste comprese, con due volontari minimo (a volte anche tre) impegnati, ha comportato un
monte ore complessivo di oltre 5mila ore. (almeno due volontari, con 3 ore serali e 2 mattutine)

Questa azione, svolta dall’associazione dal suo nascere prosegue l’azione di aiuto e di accoglienza dei volontari iniziata nella primavera 2017, per un totale ad oggi di giorni 730. Se si volesse quantificare economicamente, con una retribuzione oraria di 10 euro lordi, la sola presenza fisica di assistenza si otterrebbe un totale di 60mila euro in meno di un anno e mezzo, a partire dalla costituzione formale dell’associazione e di 87.500 dall’inizio delle attività.

Il totale delle altre azioni (accompagnamento per il disbrigo di pratiche e adempimenti, per problemi sanitari, etc. azioni di formazione e informazione, aspetti organizzativi, etc.) può portare almeno al raddoppio delle ore di servizi prestati complessivamente per un valore pari a circa 120mila euro (175mila dall’inizio delle azioni) sempre sulla base di una retribuzione di 10 euro orari (in alcuni casi si parla anche di prestazioni molto qualificate, come nel caso dei medici volontari).

Spese di spostamento, trasporto in auto, etc. sono state sempre personalmente sostenute dai singoli volontari impegnati, senza che venissero addebitate all’associazione. Le quote associative e i contributi ricevuti hanno permesso di sostenere spese piccole, ma molto significative per chi è in estrema povertà, come quelle relative alla carta d’identità elettronica o le spese di viaggio per le convocazioni presso prefetture e questure anche lontane (in Sardegna e Sicilia per esempio) per il disbrigo delle pratiche richieste dalla legge.

L’idea di un’azione volontaria episodica e di poca entità viene smentita dal puro e semplice dato quantitativo delle prestazioni compiute e del loro valore economico e aiuta a comprendere la reale entità del servizio offerto alle persone migranti e ai senzatetto e, più in generale, alla città.

L’aiuto concreto non è stato solo materiale, ma ha anche permesso di stabilire relazioni umane, contrastare l’emarginazione sociale e accogliere ogni singola persona nella sua dignità.

L’assemblea ha riconosciuto con fierezza il valore delle azioni compiute e il grande impegno profuso con regolarità, pur consapevole dei limiti di un’azione di volontariato che, per quanto organizzata e costante, non può sostituire i provvedimenti delle istituzioni. In particolare si è espressa la preoccupazione per la situazione dei prossimi mesi. La fine di Emergenza freddo, affrontata grazie alla struttura allestita da Caritas nei mesi invernali, getta le persone sulla strada, senza ricovero, come è stato negli anni passati, creando disagi a loro e alla città.

E’ possibile che il numero di persone dirette verso la frontiera aumenti; in caso poi di eventi molto gravi, che tutti ci auguriamo non avvengano, ma non possono essere esclusi - come può far temere l’attuale situazione della Libia - la città si troverebbe di nuovo impreparata ora che il campo governativo è stato chiuso.

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