Da Grandate, don Roberto: "Il lusso ecclesiastico un insulto ai poveri"

La riflessione del sacerdote.

Da Grandate, don Roberto: "Il lusso ecclesiastico un insulto ai poveri"
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Da Grandate don Roberto Pandolfi sferra un attacco al lusso ecclesiastico e non solo. La sua è una riflessione a tutto tondo. Il sacerdote infatti si chiede: "Quando un bene può essere giudicato superfluo? E quale limite di prezzo deve avere per essere considerato non peccaminoso?".

Da Grandate, don Roberto: "Il lusso ecclesiastico un insulto ai poveri"

Ecco quanto ha scritto il parroco di Grandate.

"Ha fatto scalpore la pubblicazione, con annessa polemica, sul Web di uno scontrino emesso nel locale dello chef Carlo Cracco con il costo di tre spremute d’arancia:27 euro, 9 euro l’una. E giù commenti sui costi eccessivi e sulla protervia di certi personaggi, che passano per affamatori delle masse, biechi sfruttatori della buonafede di chi, andando da Cracco, pensa di spendere come in un discount.

Ma forse sarebbe meglio, prima di fare una consumazione, guardare il listino prezzi.
Non come ho fatto io alcuni anni fa, quando mi sono ritrovato a pagare 4,50 euro per un’acqua tonica in un infimo barettino di Como, e non certo da Cracco.

Rimane il problema del rapporto con ciò che è superfluo, con ciò che costa scandalosamente tanto. E’ vero che, in tempi di Cristiano Ronaldo e delle cifre pazzesche che gli ruotano attorno, anche una Ferrari rischia di svalutarsi.

Quando un bene può essere giudicato superfluo? E quale limite di prezzo deve avere per essere considerato non peccaminoso? Perchè questo è il punto, per noi cristiani: possiamo permetterci di sprecare soldi per cose superflue e costose quando tanti fratelli e tante sorelle vivono in ristrettezze economiche tali da non poter mantenere neanche i propri figli? Non diventa un peccato, questo spreco?

Posto che è ancora possibile vivere con poco, gestendo oculatamente i soldi e facendo acquisti dove i prezzi sono ancora bassissimi, non possiamo non pensare a chi non ha nemmeno la possibilità di fare acquisti a buon mercato, perchè non ha proprio il becco di un quattrino.

Conosco alcune famiglie che hanno deciso di dare un decimo delle loro entrate mensili per opere di carità. Sono famiglie dignitose, ma non ricche, famiglie con diversi figli, che partecipano alla decisione dei genitori sulla scelta delle persone o delle realtà a cui destinare questi soldi. Il Papa torna spessissimo su questi argomenti, anche con richiami molto forti ai vescovi e ai preti.

Perchè il lusso di un ecclesiastico è un vero e proprio insulto ai poveri e a tutte le persone che si sfiancano per mantenere dignitosamente la propria famiglia, riuscendo a concedersi appena, appena qualche giorno al mare a prezzi contenuti. Certi macchinoni e certi abiti firmati sfoggiati da ecclesiastici dovrebbero far arrossire che li sfoggia. Anche se, come ripeteva spesso un prete parlando di se stesso e della sua notevole disponibilità economica, si è ricchi “di famiglia”.

Sarebbe bello se tutti i possessori di una Ferrari o di una Lamborghini o di uno di quei SUV megagalattici che sembrano astronavi condividessero parte dei loro patrimoni con i più derelitti del mondo, pur continuando a comperare Ferrari e Lamborghini e SUV e abiti superfirmati e cibi ultraraffinati (anche perchè un sacco di persone mantengono se stesse e le proprie famiglie producendo questi beni di lusso).

E sarebbe bello anche ricordarci più spesso che di Là non portiamo nulla di materiale, ma solo l’amore che abbiamo saputo vivere di qua. Cosa ovvia. Tanto ovvia che sembra non avere spazio nella mente e nel cuore di tanti".

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