Discoteca abusiva a Cantù, condannato il nonno

Chi gestiva le serate abusive aveva previsto il costo dell’entrata senza consumazione.

Discoteca abusiva a Cantù, condannato il nonno
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Discoteca abusiva a Cantù, condannato il nonno

Somministrazione di bevande alcoliche a minorenni e apertura, senza le autorizzazioni di legge, di un luogo di spettacolo abusivo nei locali di un ex stireria in via Cesare Cantù a Cantù. Oggi in tribunale a Como per questi reati è stato condannato Francesco Messina, 78 anni, assistito dall'avvocato Ciro Cofrancesco. Si tratta del nonno del ragazzo, minorenne all'epoca dei fatti, coinvolto nella vicenda, ma già assolto dal Tribunale dei Minori nel 2017. Il giudice monocratico per Francesco Messina ha stabilito una pena di due mesi di carcere. Assolti invece Ionela Maria Danci, Rocco Manno, Grigore Danci e Fausto Messina, seguiti dall'avvocato Ivana Anomali. Assolto anche Ionut Mora Ilie, seguito dall'avvocato Aldo Turconi.

Il fatto

Era il 2015 quando partì «Cambiare Musica» l'operazione della Polizia locale, che aveva permesso di scoprire una discoteca abusiva organizzata negli spazi dismessi del civico 4 di via Cesare Cantù. A condurre l’azione erano stati due ufficiali e 14 agenti appartenenti a due diverse unità operative: il Pronto intervento per mezzo del nucleo Radiomobile da un alto, e quello per la Tutela del cittadino e del territorio con i nuclei di Polizia giudiziaria e Tutela del consumatore.

Feste a tema ma senza autorizzazione

All’interno degli spazi di via Cesare Cantù erano infatti organizzate vere e proprie feste abusive, durante le quali venivano somministrati alcolici a minori dietro pagamento. «Dall’inizio dell’anno sono state organizzate 4 serate a tema - raccontava all'epoca dei fatti Vincenzo Aiello, comandante della Polizia Locale di Cantù - il Capodanno party, un evento in occasione del carnevale, un altro chiamato Black and white party e un altro Fluo party. Gli appuntamenti venivano pubblicizzati attraverso un’apposita pagina Facebook». Su quest’ultima - che si chiamava «Messina’s party» - gli organizzatori promuovevano l’evento, chiedendo ai potenziali partecipanti suggerimenti sul tema della serata.

C'era anche il biglietto di ingresso

Chi gestiva le serate abusive aveva previsto il costo dell’entrata senza consumazione (5 euro) e dell’entrata con consumazione (10 euro), oltre ovviamente al prezzo di tutte le consumazioni successive, che andavano da 1 euro sino a 5 euro. Non mancavano neppure i classici timbri sulla mano, per chi fosse uscito dal locale per poi farvi ritorno.

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