Presidio davanti alla Fattoria delle coccole VIDEO

Hanno aderito alla manifestazione diverse associazioni animaliste.

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Ad agosto la fattoria delle coccole di Appiano Gentile era finita al centro dello scandalo. I Carabinieri Forestali avevano posto sequestro cinghiali e maiali per presunti maltrattamenti. Alla fine di settembre la struttura di Appiano ha riaperto al pubblico.  Qualche tempo dopo, a novembre, sono stati sequestrati altri animali a Fenegrò.

Presidio alla fattoria delle coccole

Da Appiano Gentile, Massimo Montorfano

Davanti alla fattoria delle coccole di Appiano Gentile, al momento chiusa, oggi intorno alle 14.30 si sono ritrovati circa una trentina di manifestanti. Hanno aderito alla manifestazione diverse associazioni animaliste tra cui M.e.t.a, Exac, Leal sezione di Pavia, degli attivisti, alcuni ex volontari della fattoria delle coccole e alcune guardie zoofile.

La voce dei manifestanti

Durante il presidio i manifestanti hanno letto un comunicato dal titolo "Tutti i numeri della fattoria delle coccole".

"Oltre 200 animali sono morti in un anno e mezzo. Decine di animali sono rinchiusi in stalle di allevatori. Sei animali sono stati sequestrati dal Corpo Forestale dello Stato per detenzione vietata, e quattro per condizioni incompatibili e maltrattamenti. Sono state rinvenute ossa, poi sequestrate dal Corpo Forstale dello Stato, di molti animali morti per malattie e incuria e seppelliti illecitamente presso la vecchia sede di via Alcide De Gasperi. Ventidue suini costretti a vivere senza ripari dal 19 maggio al 10 novembre. Due morti nel mese di luglio, uno in agosto. Diciannove sequestrati per le gravissime condizioni di denutrizione. Decine di pecore lasciate ingravidare da maschi di un altro gregge: 50 pecore giudicate da un allevatore visibilmente gravide. Nati nove agnelli dal 6 al 27 novembre. Tre agnelli subito prelevati da un allevatore gestore di un'azienda agricola che macella i propri animali. Oltre 17mila euro raccolti per riscattare 55 mucche sequestrate nel Comune di Bagno di Romagna, in Provincia di Forlì-Cesena. Con un post del 5 luglio dichiaravano: "Abbiamo garantito, attraverso un fornitore locale un flusso costante nel tempo di fieno e paglia agli animali". Aggiungendo: "Saremo lieti di dimostrare come impieghiamo i fondi raccolti". I 17mila e 165 euro raccolti e destinati al mantenimento dei 55 bovini non sono mai stati utilizzati per tale scopo. Di questi animali si sono occupati l'associazione "Gilvaa" di Modena, l'associazione "Lamento rumeno" di Pescara e un'associazione locale di allevatori. Del denaro raccolto dalla fattoria non si è mai saputa destinazione. Adozioni a distanza: non risulta che gli adottanti vengano avvisati della morte dei loro animali adottati pertanto continuano a versare quote di mantenimento anche dopo la morte degli animali. Risulta inoltre che gli animali morti vengano segretamente sotituiti con altri".

"Animali non sterilizzati"

I manifestanti spiegano: "In questa situazione ci sono delle circostanze discutibili. Nessun animale è stato sterilizzato. Le pecore sono state messe in una stalla e sono tutte gravide. Questo è un allevamento alternativo, che deve vendere prodotti, inclusi gli animali. Questo va in contrapposizione contro qualsiasi normativa di un rifugio che salva gli animali. Denuncio questo illecito, etico e morale. Basta far nascere animali per farli vendere agli allevatori".

"Vogliamo chiarimenti"

Un attivista: "Avevo chiesto ad una persona che gestisce questo rifugio delle spiegazioni. Mi ha stupito il cercare di evitare il discorso. Il nostro non è un presidio di protesta ma una richiesta di chiariamento".

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