Fondazione Cariplo investe 240mila euro per nuovi progetti

Un bilancio importante quello della Fondazione che ha sovvenzionato 58 progetti per oltre 6 milioni di euro solo a Como.

Fondazione Cariplo investe 240mila euro per nuovi progetti
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Fondazione Cariplo ha deliberato un importante contributo di 240mila euro per il progetto "Integrazione della riabilitazione cognitiva, sensoriale e motoria per favorire il recupero della funzionalità della mano" della Congregazione delle suore infermiere dell'addolorata dell’ospedale Valduce di Como ma non solo. Ha dato anche il sostegno necessario all’associazione L'isola che c'è per l'organizzazione della XV Fiera provinciale delle relazioni e delle economie solidali che si terrà a Como il 15 e 16 settembre prossimi.

Fondazione Cariplo: l'attività filantropica del 2017

L'attività filantropica complessiva del 2017 ha visto erogazioni deliberate per 160,5 milioni di euro, a fronte di pagamenti effettuati per 187,5 milioni, per la realizzazione di 1133 progetti. Solo a Como sono stati sostenuti 58 progetti per oltre 6 milioni di euro di investimento.

Il presidente Giuseppe Guzzetti ha sottolineato: "La nostra attenzione è da sempre rivolta al territorio. Infatti dobbiamo rilevare che i bisogni delle nostre comunità sono sempre in crescita: povertà, disoccupazione, welfare sono tre fronti che vediamo come priorità assolute. Fondazione Cariplo prova a dare risposte a questi problemi con attività sviluppate in tutte le aree di intervento: si può creare occupazione con la cultura, con l'innovazione e la ricerca, con lo sviluppo economico delle aree interne o coi green Jobs. Ma c'è una povertà dilagante che dobbiamo contrastare; una povertà economica, educativa e culturale. E ci sono famiglie in difficoltà nell'assistenza dei bambini, degli anziani, delle persone con disabilità e nel sostenere i giovani nelle loro realizzazione. Ci sono segnali che ci incoraggiano, perché vediamo che le comunità sono una risorsa preziosa e si stanno attivando, anche se questo non può ovviamente essere un alibi per lo Stato nel recedere dal proprio ruolo imprescindibile".

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