La Semuda e la cucina made in Lario in trasferta al "Villaggio Coldiretti" di Matera

Il tipico formaggio del Lario Occidentale è tra i “sigilli” di Campagna Amica: “Simbolo di biodiversità".

La Semuda e la cucina made in Lario in trasferta al "Villaggio Coldiretti" di Matera
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Successo in Basilicata per i sapori “made in Lario” presenti al Villaggio contadino di Natale a Matera che si è concluso nel fine settimana con un successo forte di oltre 200mila persone: un evento che ha fatto partire il countdown del mese di chiusura da Capitale Europea della Cultura.

La Semuda e la cucina made in Lario in trasferta al "Villaggio Coldiretti" di Matera

Trasferta positiva, quindi, per la Semuda (tra i “sigilli” di Campagna Amica presenti al Villaggio) e per l’agrichef di Campagna Amica Giulia di Scanno (agriturismo Marnich di Schignano) che ha cucinato diverse specialità nel capoluogo lucano: la città dei sassi è stata presa d’assalto anche dagli abitanti delle regioni vicine, a partiresoprattutto dalla Puglia, ma anche tanti turisti stranieri. Per tuttoil week end i visitatori hanno potuto vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti salvati dall’estinzione, a tavola con gli agrichef, nei laboratori degli agriturismi per fare la  pasta in casa o intrecciare aglio e cipolle, nell’orto a coltivare assieme ai tutor e negli agriasili dove i bambini hanno imparato a impastare il pane o a fare l’orto.

La cucina made in Lario

Alla tre giorni del Villaggio Coldiretti con il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo non sono mancate le personalità delle Istituzioni e del mondo politico, dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi di Maio al Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, fino al presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, ma anche il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e il sindaco di MateraRaffaello De Ruggieri, il vicepresidente e assessore regionale con delega alle Politiche agricole Francesco Fanelli, il presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019 Salvatore Adduce, assieme al presidente di Coldiretti Basilicata Antonio Pessolani.

Tra le varie aree, una delle più “gettonate” – rileva la Coldiretti – è stato sicuramente il presepe degli animali con gli animali di razze antiche: tantissimi i bambini che hanno invaso – continua la Coldiretti – l’area riservata ai piccoli nell’agriasilo e nella fattoria didattica, imparando a molire le olive, a zappettare l’orto, a riciclare gli oggetti per farne regali di natale, tutto con l’assistenza dei tutor e delle agritate della Coldiretti e di Campagna Amica. Aperto il primo “caveau” dei sigilli di Campagna Amica 2019 con i preziosi formaggi, salumi, frutti e ortaggi salvati dagli agricoltori. Per i giovani l’appuntamento clou è stato, invece, al Villaggio delle idee sul futuro del lavoro dove sono state presentate le esperienze più originali nate nelle campagne italiane.

Molto apprezzati i menu a 5 euro con il meglio del Made in Italy a tavola: “Con il Villaggio contadino a Matera 2019 abbiamo voluto riaffermare il valore culturale del cibo, con le sue tradizioni e le sue eccellenze, per un settore che è diventato oggi la prima ricchezza del Paese e vale il 25% del Pil nazionale” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cittadini ancora una volta hanno potuto toccare con mano i primati dell’agricoltura nazionale nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza alimentare a livello europeo e mondiale”.

La Semuda tra i "sigilli di Campagna Amica"

La Semuda, formaggio simbolo del Lario occidentale, è stata tra i “cibi degli antenati” presenti nel primo “caveau” dei Sigilli di Camagna Amica aperto da Coldiretti in occasione del Villaggio contadino a Matera, nel centro storico della città dei sassi. Qui, nel fine settimana è stato aperto il primo “caveau” dei Sigilli di Campagna Amica 2019 con i preziosi formaggi, salumi, frutti e ortaggi salvati dagli agricoltori che fanno parte della storia e della cultura nazionale. Si tratta in totale di 415 prodotti e razze animali raccolti nel corso di un censimento, curato dall’Osservatorio sulla biodiversità istituito dal comitato scientifico di Campagna Amica, e oggi per la prima volta alla portata di tutti, nel Villaggio della città dei sassi ma anche nei mercati a chilometri zero e nelle fattorie lungo tutta la Penisola. In Italia nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti. Un pericolo – secondo la Coldiretti – per i produttori e i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare del Paese.

A riportare sulle tavole i prodotti a rischio estinzione è il lavoro di 519 “agricoltori custodi” censiti, di cui il 28% sotto i 40 anni: nel caso della Semuda, la sopravvivenza di questo formaggi è affidato al coraggio degli allevatori di nuova generazione che, apprendendo le tecniche di lavorazione che si tramandano di generazione in generazione, le tramandano nel presente.

La Semuda (in dialetto locale semüda) è un formaggio prodotto nelle valli del medio e alto Lario occidentale, principalmente nella zona di Dongo, Gravedona e Domaso. Del peso di 4/5 kg a forma, è ottenuto da latte crudo di vacca scremato, caglio (bovino e ovino) e sale; la forma è cilindrica con un peso di circa 4/5 Kg, diametro medio di 30 cm e con scalzo di circa 8 cm convesso. Ideale il consumo dopo 60 giorni di stagionatura (che storicamente avveniva nei crotti e nelle cantine), ma è ottima anche dopo quattro mesi, caratterizzata da una colorazione più gialla e da un sapore più incisivo. La si produce tutto l’anno (ma soprattutto in inverno) avendo cura che il latte sia lasciato riposare a lungo in conca, quindi, scremato manualmente prima della cagliata a 35-36 °C. In cucina, la semuda è utilizzata per preparare la tipica polenta uncia o i tartifui rustii, antica ricetta a base di patate e formaggio.

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