Omicidio Molteni: il prefetto chiamato a testimoniare

La difesa ha voluto ascoltare anche il direttore dell'osservatorio antimafie di Monza e Brianza.

Omicidio Molteni: il prefetto chiamato a testimoniare
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Omicidio Molteni: il prefetto chiamato a testimoniare

Teste d'eccezione nel processo Brivio per l'omicidio di Alfio Molteni, l'architetto di Carugo ucciso il 14 ottobre 2015, davanti alla sua abitazione. Proprio in questi momenti in cui scriviamo il prefetto di Como Bruno Corda sta testimoniando in tribunale a Como davanti alla Corte d'Assise. E' stato chiamato come teste dall'avvocato Aldo Turconi che difende Alberto Brivio. Alle indagini difensive c'è l'investigatore Christian Bertossi.  Brivio, commercialista con studio a Mariano Comense è accusato dalla Procura di essere, insieme a Daniela Rho, il mandante del delitto. Nel processo in corso a Como è imputato anche Vincenzo Scovazzo, indagato come presunto killer di Molteni.

La difesa vuole sentire anche Fraceti dell'osservatorio antimafie

«La disturbo perché sugli accadimenti relativi all’uccisione del Sig. Alfio Molteni, la dinamica e il territorio nel quale c’è stato l’agguato, a nostro avviso, è da ascrivere ad azione tipicamente di stampo mafioso, la quale ha richiamato la nostra attenzione».
E’ il 19 ottobre 2015. Pochi giorni dopo l’omicidio dell’architetto di Carugo. Marco Fraceti, direttore dell’Osservatorio Antimafie di Monza e Brianza «Peppino Impastato», indirizza una mail al Procuratore della Repubblica all’epoca dei fatti.
Scrive: «Probabilmente questo Molteni è il classico professionista brianzolo sceso a patti con la ’ndrangheta, ma qualcosa ha rotto con quel patto e lo hanno eliminato o per punizione, per non aver obbedito, o per cancellare un testimone fastidioso, uno che non serviva più per i loro traffici». La difesa di Brivio ha iscritto nell'elenco dei testimoni anche Fraceti, ritenuto chiave per l'andamento del processo.

La svolta e l'accusa ad Armando Rho

Una svolta nel processo l'aveva segnata lo stesso Alberto Brivio che, durante l'interrogatorio del pubblico ministero Pasquale Addesso e quello della difesa, aveva fatto il nome di Armando Rho, titolare dell'azienda di arredamento di Cabiate e padre di Daniela Rho. Brivio aveva sottolineato come Rho provasse "odio" nei confronti dell'architetto ucciso, cercando di aprire una nuova pista di indagine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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