"Rifiuta il lavoro e va al mare". La nostra notizia è virale

E' finita sulla pagina "Ah, ma non è Lercio", aprendo un dibattito social sul tema del lavoro e dello sfruttamento salariale.

"Rifiuta il lavoro e va al mare". La nostra notizia è virale
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"Rifiuta il lavoro e va al mare". La nostra notizia è virale.

"Rifiuta il lavoro e va al mare". La nostra notizia è virale

Ha chiesto aiuto per trovare un lavoro. E’ senza occupazione da gennaio e si ritrova con due figli a carico.
Nel giro di un’ora un imprenditore marianese si è attivato tra i suoi clienti e gli ha girato la proposta per un impiego a tempo determinato come manovale: paga base 1300 euro al mese.  Ma lui ha rifiutato: «Sono libero da settembre, adesso ho la casa al mare in cui passare le vacanze e per tutto agosto mi copre il sostegno per la disoccupazione».
Ha quasi del surreale la vicenda in cui si è trovato coinvolto, martedì di questa settimana, Alessandro Burgio, della Burgio Carri di Novedrate.

"Ah, ma non è Lercio"

La nostra notizia è stata ripresa dalla pagina Facebook "Ah, ma non è Lercio", che raccoglie le notizie più curiose del web, quelle che sembrano finte ma sono vere. Ed è diventata subito virale.  L'articolo ha interessato anche Mediaset che in settimana ci ha contatti per conoscere meglio la storia che abbiamo raccontato. Intanto sono piovuti commenti e il dibattito si è consumato a colpi di social.

I commenti

Marco scrive: "Anche io ho rifiutato di fare l'estate in libreria pagato 400 euro al mese. Perché se faccio il commesso mi paghi almeno 900". E' seguito subito: "Ormai il refrain è quello...ti lamenti per 400? A me ne danno 200! È via verso il mitico "ti pago in goleador". Gianluca ha voluto chiarire: "Quelli che "eh ma cosa ti aspetti" sono liberi di farsi pagare in cesti di frutta. Babbei, che però stanno abbassando i salari ovunque, altro che gli immigrati il dramma vero sono i servi che vanno a lavorare per due spicci".  E la discussione si è allargata, mettendo al centro il tema del lavoro, molto sentito. Al momento in cui scriviamo i mi piace sfiorano quota mille e i commenti generati dalla nostra notizia non si contano.

 

 

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