Sicurezza sui treni: l'idea di un ingegnere di Novedrate STORIE SOTTO L'OMBRELLONE

Il Giornale di Cantù regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2018 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.

Sicurezza sui treni: l'idea di un ingegnere di Novedrate STORIE SOTTO L'OMBRELLONE
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Un cittadino di Novedrate protagonista a Striscia la Notizia. Si chiama Gianantonio Moretto, 67 anni, ingegnere elettronico ed è stato ospite di una puntata del famoso format televisivo di Antonio Ricci. Perché? Per raccontare una sua idea per migliorare la sicurezza sui treni, che ha spiegato anche a noi.

Ingegnere di Novedrate protagonista a Striscia la Notizia

Si parla di treni e sicurezza, un tema più attuale che mai, visto anche il recente incidente ferroviario di Pioltello in cui un treno ha deragliato, provocando morti e feriti. Il fatto peggiore, poi, è quando si scopre che la causa è l’errore umano. La domanda, quindi, sorge spontanea: come si potrebbero evitare tragedie simili? La risposta la fornisce l’ingegnere Moretto, raccontando che la sua idea è nata proprio da cronache del genere, con la constatazione del fatto che gli incidenti ferroviari avvengano principalmente perchè i treni non si vedono tra loro e non vedono ciò che li circonda. Da qui l’illuminazione: "Moretto" (acronimo di Monitor per l’Osservazione da Remoto di Eventi del Trasporto Terrestre Obbligato).

Il racconto

L’ingegnere spiega: "Il nome chiarisce da sé il concetto che sta alla base. Il progetto consiste nell’installazione in cabina di un monitor che permetta di mostrare al macchinista ciò che incontrerà lungo il percorso, quindi lo stato dei semafori, i passaggi a livello, piuttosto che la presenza di qualche altro treno. Lo stesso trasmetterà dati come la sua velocità e la sua posizione nella zona limitata in cui si trova». Moretto fa poi un esempio: «Ad Andria c’è stato l’ennesimo scontro frontale non molto tempo fa. Se entrambi i macchinisti avessero visto su un display la presenza di un treno che andava nella direzione opposta, sapendo di essere su un binario unico, si sarebbero quanto meno domandati cosa stesse succedendo, magari chiamando in stazione. L’incidente non sarebbe avvenuto".

Perché non viene messo in pratica?

Ma sono tanti gli esempi e i casi concreti che l’ingegnere ha minuziosamente vagliato per più di dieci anni. Tutti con un comune denominatore: gli incidenti avvenuti per errore umano sarebbero stati evitabili. Lo studioso continua: "La stessa cosa avviene a livello dei semafori. Infatti, il semaforo ha una sua posizione geografica, che viene segnalata sul display. Il treno si muove e si vede quando arriva ad una distanza da un semaforo rosso tale per cui non riuscirebbe nemmeno con una frenata di emergenza ad arrestarsi. A questo punto si dà una segnalazione di allarme. Quindi, si basa tutto sulla misura della velocità del treno, la sua lunghezza, la sua direzione, la sua capacità di frenata. Questi dati vengono raccolti e posizionati geograficamente su una mappa, dove sono rappresentati anche i passaggi a livello e il loro stato". A riguardo, un elemento importante da notare: l’ingegnere, con il suo progetto, non parla mai di agire direttamente sul treno o sulle strutture ferroviarie.

Spiegata così, sembra quasi semplice. Perché, allora, un’idea così utile non è ancora stata messa in atto? L’ingegner Moretto azzarda un’ipotesa personale: "Penso che la ragione sia banale. Le ferrovie mi hanno detto che nessuno deve mettere mano sulla conduzione del servizio. Basta immaginare che se i macchinisti vedessero un’informazione su un treno che c’è davanti a loro, ovviamente rallenterebbero. Ma se fosse stato generato un falso allarme? In questo caso, il servizio ferroviario verrebbe rallentato, causando quindi ritardi e disagi. La paura delle ferrovie di usare questo sistema è, dunque, un eccesso di cautela e un servizio ancora meno efficiente".

"Si potrebbero tutelare di più i pendolari"

Per questo, però, basterebbe la garanzia di informazioni pulite, senza l’erogazione di falsi allarmi. Anche perché i benefici sarebbero senz’altro maggiori rispetto ai rischi: "Inoltre, il costo di un impianto di questo genere a bordo del treno è una banalità. Sarebbe utile averne un altro nelle stazioni, così da poter monitorare la situazione ancora più efficacemente". In conclusione, se qualcuno sentisse il bisogno di saperne qualcosa in più, si può rivolgere a sicurezzatreni@gmail.com. Perché l’idea è buona e ben approfondita; infatti, l’ingegnere ha iniziato a progettarla più seriamente nel 2000, per arrivare alla prima domanda di brevetto nel 2007, concesso poi nel 2010. Con l'avanzare delle tecnologie, lo scorso anno, ha richiesto un nuovo brevetto con l'estensione a Brevetto Europeo. Infine, l’ingegnere Moretto conclude: "Grazie anche a Capitan Ventosa e al passaggio su Striscia la Notizia, sono riuscito a fare sapere a molti più pendolari che potrebbero essere meglio tutelati nei loro spostamenti". Questa è già una piccola vittoria.

(Giornale di Cantù, sabato 10 febbraio)

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