Spazio Ratti CasaPound: “Como, città turistica o dormitorio a cielo aperto?”

“Basta degrado. Riprendiamoci la nostra città” recitano i manifesti.

Spazio Ratti CasaPound: “Como, città turistica o dormitorio a cielo aperto?”
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Un appello chiaro e forte contro l'abbandono di spazi cittadini, seppur in una forma irriverente. Non lascia spazio a dubbi il messaggio che accompagna le provocatorie recensioni create ad arte sulla falsa riga di quelle del più famoso portale online di commenti a strutture ricettive.

Spazio Ratti CasaPound i manifesti

“Basta degrado. Riprendiamoci la nostra città”. Queste le parole che recitano alcuni manifesti, opera dei militanti della sezione comasca di CasaPound Italia, che sono stati affissi in centro città proprio nei pressi dello Spazio Ratti (ex chiesa San Francesco), divenuto negli ultimi tempi un dormitorio per senzatetto e rifugio per immigrati.

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“Como, città turistica o dormitorio a cielo aperto?”

"L'amministrazione comunale - fanno sapere da CasaPound - sembra essersi dimenticata di questo complesso culturale che, da fiore all’occhiello della nostra città è divenuto un ostello a cielo aperto, in pieno centro. Il tono volutamente goliardico dell’azione di CasaPound Italia non intende certo sdrammatizzare una situazione grave quanto, al contrario, sollecitare una reazione delle istituzioni rispetto ad uno stato di incuria divenuto col tempo intollerabile: dove regna il degrado, fiorisce la criminalità e i cittadini comaschi devono avere il diritto di sentirsi sicuri in casa propria. C’è piena consapevolezza di come questa amministrazione si sia dimostrata sensibile, in casi simili, ai temi legati al degrado ma ciò che chiediamo è un impegno immediato per un intervento che metta in sicurezza l’area, con buona pace dell’associazionismo di sinistra che affonda le radici di una sempre più sparuta esistenza politica nella disperazione di chi vive ai margini. Il Comune si decida una buona volta a risolvere la collocazione di questi accampati sui quali si sta trascinando una querelle che sembra senza termine fin dallo scorso inverno. Ora che dal Ministero dell'Interno provengono segnali di un cambio di passo non ci sono più scusanti, chi governa la città trovi una soluzione definitiva e non le solite misure provvisorie alle quali siamo stati abituati: si sistemi dignitosamente chi ne ha diritto e si allontani dalla città e dall'Italia chi non lo ha. Non è più il tempo delle ambiguità".

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