Quattro studenti dell'International School al First Lego League con un progetto per aiutare gli astronauti nello spazio

Dal 22 al 25 maggio rappresenteranno l'Italia a Izmir in Turchia.

Quattro studenti dell'International School al First Lego League con un progetto per aiutare gli astronauti nello spazio
Pubblicato:
Aggiornato:

Saranno quattro ragazzi, studenti della International School di Como con sede a Fino Mornasco, a rappresentare l’Italia dal 22 al 25 maggio al First Lego League International Open di Izmir, in Turchia. Si tratta di un concorso internazionale rivolto agli innovatori di domani, che sfida i giovanissimi a pensare come scienziati e ingegneri e che dal 1998, anno di avvio del concorso, ha visto la partecipazione di oltre 40mila team provenienti da 98 Paesi. Quest’anno dall’Italia hanno partecipato oltre 100 squadre.

Al First Lego League con un progetto sul volo spaziale

Il tema della sfida di quest'anno era “Into orbit” (in orbita), e alle squadre è stato richiesto di identificare un problema umano, fisico o sociale che potrebbe insorgere durante l'esplorazione dello spazio. La squadra della International School di Como – composta da Michelangelo (13), Leonard (14), Tommaso (14) e Leo (13) - ha partecipato con il progetto “Infinity Bots”, decidendo di concentrare la propria attenzione sulla risoluzione dei problemi fisici associati con il volo spaziale, creando una base spaziale sugli asteroidi. La funzione di questa base spaziale è di essere sia centro per la ricerca avanzata che stazione di rifornimento per missioni che dovranno andare molto lontano nel sistema solare.

“Infinity Bots” è uno dei tre progetti italiani che si sono aggiudicati anche il riconoscimento “Oltre la Robotica”, selezionati da una commissione giudicatrice composta da giudici FLL, rappresentanti del MIUR, e da un esponente dell'Associazione nazionale e Fondazione Rita Levi-Montalcini. La premiazione si terrà il 21 maggio presso la sede dell'Agenzia Spaziale Italiana a Tor Vergata, a Roma.

“Il sistema attuale comprende una struttura simile a una toroide divisa a metà – raccontano i giovani membri del team -. La struttura lo farebbe pesare circa 679 658,4 kg. Il telaio principale può gonfiarsi e quindi occupare meno spazio durante il viaggio che porta la struttura verso l'asteroide scelto come destinazione. La nostra soluzione incorpora tecnologie all'avanguardia ed equilibrio tra costo e qualità. Una grande minaccia per gli esseri umani nello spazio sono le radiazioni, in particolare i raggi gamma, che sono i più pericolosi. Per proteggere gli astronauti dai raggi gamma abbiamo implementato una soluzione innovativa, utilizzando la fibra di carbonio, che negli ultimi anni è diventata più economica e che funge da scudo perfetto contro le radiazioni. La nostra base avrà inoltre bisogno di una fonte di energia affidabile e, dato che l'energia solare non lo è, abbiamo deciso di optare per una fonte di energia nucleare. Oggi le centrali nucleari sono costose, grandi e pericolose. Con le nuove tecnologie, come quella sviluppata da NuScale, possiamo invece avere un flusso di energia affidabile e consistente, creando allo stesso tempo un reattore nucleare non più grande di 76'x 15' che lo rende facile da trasportare. Inoltre, a differenza dei reattori a fissione nucleare classica, questa tecnologia non è pericolosa e crea poco materiale radioattivo che non ha bisogno di essere rifornito di carburante per oltre 30 anni”.

La caratteristica principale della base spaziale progettata dal team è la possibilità di fungere da stazione di rifornimento per lunghe missioni. Gli asteroidi infatti sono pieni d'acqua e l'acqua è
perfetta per la creazione di carburante per missili. La maggior parte dei razzi utilizza idrogeno super raffreddato. L’acqua è composta sia da idrogeno che da ossigeno, necessario per gonfiare la base e dare aria respirabile agli astronauti. Sfortunatamente, negli asteroidi l'acqua non si trova nel suo stato liquido ma in quello solido, il ghiaccio, che si trova solitamente a 5-10 metri sotto terra: per estrarre questa preziosa risorsa i giovani scienziati hanno quindi previsto l’uso di una trivella simile a quelle usate nelle piattaforme petrolifere.

Grazie alle temperature gelide dello spazio il carburante può essere conservato senza alcun ulteriore consumo di energia per il raffreddamento. La base spaziale non avrà bisogno di avere alcun ulteriore componente dato che la gravità dell'asteroide sarà sufficiente a tenerlo attaccato al terreno. Inoltre la base potrà fungere da centro di ricerca dove le nuove tecnologie potranno essere
testate a bassa gravità, coltivando piante e sviluppando nuovi medicinali.

TORNA ALLA HOME E GUARDA TUTTE LE ALTRE NOTIZIE IN MENU

Seguici sui nostri canali