La Como malata delle inchieste sconvolge Palazzo Cernezzi. Alzaldo: "Il sindaco deve dimettersi"

I casi di cronaca hanno portato il Comune di Como a interrogarsi sui propri "anticorpi".

La Como malata delle inchieste sconvolge Palazzo Cernezzi. Alzaldo: "Il sindaco deve dimettersi"
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E' un intervento durissimo quello fatto in consiglio comunale da Fulvio Anzaldo della Lista Rapinese. Fa il punto dopo settimane in cui le forze dell'ordine e la Procura di Como hanno svelato inquietanti scenari delittuosi che, di riflesso, hanno coinvolto anche Palazzo Cernezzi.

In primis con le turbative d'asta per Villa Olmo ma anche per la nomina come rappresentante del Comune in Acsm Agam di Paolo Lanzara, già condannato e ora ai domiciliari per l'inchiesta sulle finte cooperative. Riportiamo quindi integralmente l'intervento preliminare durante la seduta di questa sera, 18 novembre, del consigliere Anzaldo. Non l'unico intervenuto sul tema: hanno infatti chiesto spiegazioni e modifiche sulla modalità di scegliere i professionisti che rappresentano il Comune all'esterno del palazzo Vittorio Nessi, Ada Mantova, Stefano Fanetti e Matteo Ferretti.

La Como malata

A proposito di dimissioni. Circa un anno fa richiamavo in quest’aula le considerazioni dell’ex Prefetto di Como in merito al fatto che le amministrazioni comunali non siano dotate di sufficienti anticorpi.Veniamo ora alle nomine nelle partecipate.
Un emendamento di minoranza di inizio mandato chiedeva al Sindaco di rendere pubblici i curricula dei candidati alla nomina di rappresentanti del Comune all’interno di Enti e Società partecipate. La risposta del Sindaco di allora fu: “no, non voglio pressioni”.

Ora è vero che le nomine hanno carattere fiduciario, ma ciò non significa totale arbitrio. Anzi, poiché si tratta di soggetti che devono rappresentare il Comune all’interno di società partecipate e svolgere attività di controllo per conto del Comune, i controlli nelle nomine devono essere ancora più stringenti. Il Sindaco nominerà poi all’interno di CSU una persona con un precedente penale a suo carico per reati societari. “Non lo sapevo”, dichiarerà il Sindaco.

Questo gruppo propose allora di rafforzare i meccanismi di controllo nelle procedure di nomina, ad esempio richiedendo l’esibizione dei certificati penali. La risposta della maggioranza anche in quel caso fu “no”. Poco dopo si scoprirà che il Sindaco ha nominato in Acsm Agam un soggetto già condannato in primo grado a cinque anni di reclusione per associazione per delinquere transnazionale finalizzata all’evasione fiscale.

Presumiamo che il Sindaco anche in questo caso non sapesse, perché in caso contrario avremmo un altro tipo di problema.
Ora, le modifiche che invocano adesso alcuni consiglieri per ciò che concerne le procedure di selezione dei candidati, sono sì utili e doverose, ma non per questo Sindaco a questo punto. Per il suo mandato è ormai tardi. Anzi, a parte il fatto che ha già manifestato a più riprese di non volerle, una modifica in questo senso da parte del Consiglio comunale costituirebbe ora una sorta di deresponsabilizzazione del Sindaco.

Sindaco che, invece, ha già molte ed evidenti responsabilità. Sindaco che ha dimostrato di non essere in grado di rappresentare adeguatamente la comunità che lo ha incaricato di farlo ed in nome della quale effettua queste nomine. Peraltro, tutto lascia presumere che tali nomine siano persino dettate da altri.

Le ultime indagini penali di cui si è tanto parlato danno evidenza di una Como malata: le false fatturazioni seriali, l’indagine sulle cooperative, le c.d. tangenti al Fisco che vedono coinvolti anche noti personaggi, clamorose bancarotte, procedure ad evidenza pubblica inquinate. E via dicendo.

Il Sindaco ha dato dimostrazione di non essere in grado di evitare che questo morbo si estenda all’interno del nostro Comune. Non è in grado di garantire i necessari anticorpi. Il Sindaco deve dimettersi.

Le parole del sindaco

Dal canto suo il primo cittadino, Mario Landriscina, ha annunciato in aula le dimissioni da Acsm Agam di Paolo Lanzara. Il commercialista infatti ha lasciato il suo ruolo con una lettera questo pomeriggio. "Nel merito del caso Lanzara mi sento parte lesa e mi riservo di agire nelle sedi opportune ove sarà necessario. Non mi risulta siano mai state contestate le capacità professionali del soggetto di cui si parla. Già lo scorso venerdì ho chiesto agli uffici di muoversi per capire la situazione. Ho richiesto inoltre di interpellare l'ordine dei Commercialisti".

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