'Ndrangheta su Malpensa: parlano De Corato e Astuti

Vasta operazione antimafia che vede impegnati oltre 400 carabinieri sull’intero territorio nazionale.

'Ndrangheta su Malpensa: parlano De Corato e Astuti
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‘Ndrangheta su Malpensa: 34 persone arrestate.E’ partito tutto dalla denuncia di un imprenditore che si è rifiutato di piegare la testa alle imposizione della criminalità organizzata.

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Riccardo De Corato, ex vice Sindaco di Milano e assessore alla Sicurezza, Polizia Locale e Immigrazione di Regione Lombardia parla della maxi operazione:

“Bene l’operazione della Dda milanese contro la ‘ndrangheta che ha tentato di impadronirsi dei parcheggi dell’aeroporto di Malpensa.
La mafia è come un cancro: dove attecchisce, fa morire il territorio. Anche nella nostra regione.
Prima ti lusinga, ti promette affari, poi ti stritola. Tutto quello che la circonda muore.  Ha fatto bene l’imprenditore, appena ricevute pressioni e sentito l’odore di mafia,  a recarsi  subito dai Carabinieri che con una maxi operazione hanno arrestato i membri della criminalità organizzata coinvolti nella vicenda “Malpensa”.
La giustizia deve abbattersi come un tornado quando si parla di criminalità mafiosa. E’ inutile nascondercelo: dove ci sono soldi la mafia tenta di insinuarsi, in ogni modo.
Quello successo sembra quanto accade nella serie Gomorra. Lì si parlava di un aeroporto realizzato dalla camorra, qui, nella vita reale, l’Ndrangheta invece voleva il controllo dei parcheggi dello scalo milanese”.

Anche il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti in merito all’inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia che ha portato in carcere questa mattina 34 persone in un’operazione contro la ‘Ndrangheta per il suo insediamento nelle aree intorno all’aeroporto di Malpensa dice la sua:

“L’inchiesta della DDA sulla ‘Ndrangheta nella nostra provincia deve imporci di alzare la guardia contro le infiltrazioni nell’economia e nella politica. Colpiscono le parole del capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano Alessandra Dolci, secondo cui dall’inchiesta Infinito di dieci anni fa non è cambiato assolutamente nulla e anche le cosche colpite allora hanno continuato a tenere il controllo del territorio. Ma c’è anche un dato positivo, che voglio sottolineare, ed è che l’inchiesta è partita da un imprenditore onesto che si è rifiutato di sottostare ai diktat e alle pressioni della criminalità organizzata. Il suo è stato un atto di grande valore civico e un esempio per tutte le persone che credono nella legalità e nella democrazia”.

 

 

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