Il mancato Governo sbarca in Consiglio comunale: leghisti e 5stelle contro tutti

Anche a livello locale pentastellati e leghisti sembrano aver appianato le divergenze e sono concordi sulla questione del Governo nazionale.

Il mancato Governo sbarca in Consiglio comunale: leghisti e 5stelle contro tutti
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Le vicende del mancato Governo nazionale gialloverde sono sbarcate anche in Consiglio comunale a Como. Tanti infatti gli interventi preliminari sul tema che, nello specifico, hanno attaccato le provocatoria proposta dei leghisti lariani di togliere la foto del Presidente della Repubblica dai Comuni. 

Mancato Governo: gli attacchi delle minoranze

La provocazione portata avanti oggi, a seguito del mancato Governo gialloverde, dai deputati leghisti Alessandra Locatelli e Eugenio Zoffili ha scatenato le ire delle minoranze in Consiglio Comunale a Como. Ad intervenire a riguardo è stato il consigliere di Svolta Civica Vittorio Nessi che ha attaccato direttamente il vicesindaco Alessandra Locatelli: "L'assessore dovrebbe sapere che le scorciatoie populistiche non hanno mai portato a nulla, ma anzi ai drammi che la Storia conosce. L'assessore deve ricordare che non è solo di una parte degli elettori ma rappresenta tutta la città. Se qualcosa deve essere rimosso non sono le foto del Presidente bensì l'assessore".

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Dello stesso parere il consigliere dem Patrizia Lissi che ha difeso l'operato di Mattarella: "Il Presidente della Repubblica ha fatto la cosa giusta, l'unica che andava fatta. Sono allibita davanti alle urla degli attivisti leghisti e pentastellati: Mattarella ha difesa la Costituzione".

Critico su quanto accaduto a Roma anche il consigliere Alessandro Rapinese che ha sottolineato: "Sarebbe stata una provocazione mandare un dichiarato anti-Euro a trattare in Europa, sarebbe stato controproducente. Sarebbe bastato sostituire quel nome e l'incaricato avrebbe continuato a confrontarsi con lui per la linea di politica economica".

Pentastellati e leghisti uniti anche a Como

Nelle loro preliminari sulla politica nazionale sono intervenuti sulla stessa lunghezza d'onda i consiglieri leghisti e pentastellati che però, in questo consesso, siedono lontani. I primi tra i banchi della maggioranza, i secondi tra le minoranze.

Estremamente critico sulle posizioni dei colleghi delle minoranze è stato il pentastellato Fabio Aleotti che ha sottolineato: "Oltre il 50% degli italiani ha scelto il proprio Governo con il voto del M5s e della Lega. Ma questo voto non vale nulla, dopo quanto accaduto ieri. In Italia avremo il primo Governo che non è sostenuto dal voto del popolo né tanto meno dalla fiducia del Parlamento".

Fermo sulle proprie posizioni anche il deputato leghista Claudio Borghi che, in queste settimane, è stato seduto al fianco di Matteo Salvini al tavolo per il contratto del Governo del Cambiamento. "Il Presidente Mattarella ha escluso il nome di un potenziale ministro per le proprie posizioni sull'Euro. Dato che anche io ho scritto molte volte di questo argomento e sul tema ho la stessa idea di Savona mi sento privato dei diritti civili in quanto non potrei ricoprire quella carica per le mie idee". E sull'argomento gli ha fatto eco il consigliere leghista Giampiero Ajani che è stato lapidario: "Abbiamo riesumato il reato d'opinione".

In conclusione è voluto intervenire il vicesindaco Alessandra Locatelli, che è anche neoeletto deputato leghista. Ha voluto fare chiarezza sulla provocazione relativa alle foto del Presidente Mattarella in Comune: "Negli edifici comunali non c'è l'obbligo di porre nessuna foto e nessuna bandiera. Penso che, dopo quanto accaduto in questi giorni, bisogni riflettere su cose più importanti. Le persone che hanno votato le maggiori forze politiche (Lega e M5S, ndr) sono state tradite. Invito tutti i presenti a riflettere sul significato della democrazia. E' stato tolto significato al voto del popolo, che è stato buttato via".

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