Pallacanestro Cantù la storia di Kevarrius Hayes

Il nuovo giocatore biancoblu racconta la sua infanzia ai tifosi canturini.

Pallacanestro Cantù la storia di Kevarrius Hayes
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Pallacanestro Cantù la storia di Kevarrius Hayes.

Pallacanestro Cantù la storia di Kevarrius Hayes

Kevarrius Hayes, 22 anni, quasi ancora un ragazzino. Alto e grosso, ma molto dolce, sensibile e premuroso, con il sorriso sempre stampato sulle labbra e legatissimo alla madre, Verrice. Il neo centro dell’Acqua S.Bernardo Cantù sul campo da basket si trasforma, però, in un felino: quando salta a bloccare un avversario con una stoppata - sua grande peculiarità - sembra una pantera, feroce
e impavida. Hayes, che insieme a Jeremiah Wilson è uno dei giocatori stranieri a figurare nell’organico biancoblù 2019-2020, intriga davvero in tutto e per tutto.

Il giocatore

Il centro statunitense, nato in Florida nel marzo del ’97, in calzoncini e canotta colpisce indubbiamente per fisico e atletismo. Molto ruvido e arcigno sia nella metà campo difensiva che in quella offensiva, specie a rimbalzo, Hayes è un intimidatore non da poco, che al college ha saputo costruirsi una credibilità importante, risultando – numeri alla mano – uno dei migliori stoppatori del campionato universitario americano. NCAA a parte, anche fuori dal campo il centro nativo di Live Oak si è fatto notare, aggiungendo alle sue doti tecniche anche significative doti umane, molto apprezzate da parte dell’intera University of Florida e non solo, tanto da venire inserito per due anni consecutivi dalla Southeastern Conference in una importante lista che ogni anno racchiude gli atleti più attivi nel volontariato.

L'infanzia

D'altronde, con una cultura e una educazione come quella ricevuta dalla madre Verrice, ex capitana dell’esercito americano, Kevarrius non poteva che crescere con dei valori molto forti. Durante il suo percorso universitario, concluso con una laurea in sociologia, il figlio di Verrice Hayes si è reso protagonista di alcuni gesti di grande solidarietà, preparando – tramite l’aiuto di una associazione – cibo per i senza tetto e consegnando ai bambini bisognosi della comunità di Gainesville scarpe da basket. «Quando si tratta di aiutare la comunità - ha spiegato Kevarrius – non mi tiro indietro, lo faccio molto volentieri. Mi piace lavorare con i bambini più piccoli, mi
fa sentire utile perché, così facendo, credo di poterli aiutare in qualche modo. La maggior parte delle volte, i bambini che prendono parte ai programmi del doposcuola, vi partecipano perché passano molte ore senza i loro genitori, i quali si fanno in quattro per provvedere ai propri figli. Mi rivedo molto in loro: facendo parte dell’esercito, mia madre faceva lo stesso e io l’ho sempre vista molto poco da ragazzino».

L'aiuto ai bambini

Un tema delicato, che Kevarrius affronta con emozione e grande trasporto, basandosi molto sulla sua esperienza personale: «Quando sei solo un bambino non sempre capisci il vero significato delle azioni dei tuoi genitori, anzi, spesso le stesse arrischiano di creare confusione. Ci sono passato in prima persona, pertanto mi piace offrire qualcosa ai più piccoli, che sia soltanto un gesto banale o
un sorriso. Ciò che conta è regalare loro una gioia che gli migliori la giornata. Una volta ho persino giocato a basket con un gruppo di ragazzi cui avevo fatto visita. Significava molto per loro e al termine della giornata mi sono sentito davvero bene, sapevo di aver regalato loro un momento felice».

La confessione

E dopo essersi aperto raccontando alcuni tratti malinconici della sua infanzia, il neo centro dell’Acqua S.Bernardo si lascia andare a una affettuosa confessione personale: «Dagli otto ai quindici anni rimasi solo con mia madre – racconta Hayes – e non fu proprio semplice. A causa del suo lavoro, ci spostavamo di frequente in quegli anni, da una parte e dall’altra. Una volta arrivato all’High
Scholl, invece, mia madre decise che trasferirsi di continuo non avrebbe aiutato il mio percorso scolastico. Voleva che finissi il liceo perché cambiare scuola sarebbe stato dannoso per il mio futuro. Così, per consentirmi di studiare liberamente e senza dover rinunciare al suo lavoro, rimasi con un'altra famiglia mentre mia madre partiva per qualche missione con l’esercito americano. Nonostante il poco tempo passato insieme a mia madre quando ero un adolescente, lei è sempre stata la mia migliore amica, la mia sostenitrice, il mio modello in tutto e per tutto. Lei si è sacrificata così tanto per me che io non finirò mai di ringraziarla». Questa è la storia di Kevarrius Hayes, un ragazzo, anzi, un uomo ormai, che è dovuto crescere in fretta. Spesso da solo e senza una madre vicino, ma più forte di qualsiasi ostacolo.

 

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