Peccato di gioventù, coach Sodini analizza la sconfitta

Un passo indietro per la Red October.

Peccato di gioventù, coach Sodini analizza la sconfitta
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Peccato di gioventù, la sconfitta della Red October.

Peccato di gioventù, così coach Sodini spiega il ko a Reggio Emilia

La Red October di coach Marco Sodini esce sconfitta 86 a 80 dal “PalaBigi” di Reggio Emilia. I due punti vanno alla Grissin Bon che, dopo 5’ di panico (0-15), riesce a rimontare uno svantaggio iniziale pesante che alla fine non ha permesso alla Pallacanestro Cantù di centrare la seconda vittoria consecutiva dopo quella contro Pesaro. Ecco il commento in sala stampa di coach Sodini nel post gara di Reggio Emilia-Cantù. "Il rammarico più grande è per il nostro scellerato momento tra il 10’ e il 15’, dove abbiamo commesso un errore di gioventù. Sopra 15 a 0 abbiamo pensato che Reggio potesse giocare in maniera
così orribile, perché è così che francamente stava giocando, per tutta la partita. E, invece, questa cosa non era minimamente possibile. Va comunque detto che se all’inizio della gara loro stavano giocando così male, il merito era anche nostro. In quel frangente, però, abbiamo preso un “parzialone” che ci ha fatto poi perdere la partita".

Un passo indietro ma Cantù non molla mai

L'analisi del coach non fa sconti. "Siamo stati troppo tempo a piangerci addosso senza recuperare l’attenzione. Questa cosa non puoi permettertela contro una squadra talentuosa come Reggio, che sta ritrovando se stessa dopo essere stata condizionata dagli infortuni. Poi abbiamo prodotto un grandissimo sforzo per ricucire gli strappi ma dal punto di vista tecnico abbiamo fatto degli errori, peccando anche di gioventù nelle scelte, lasciando più volte tutto solo il loro miglior tiratore quando era possibile evitarlo. Da questo punto di vista, per noi, è stato un passo indietro ma è anche vero che la consistenza di Reggio Emilia in casa è una consistenza molto diversa da quella che ha prodotto Pesaro in casa nostra settimana scorsa. La cosa che mi è piaciuta è sicuramente il nostro atteggiamento aggressivo, abbiamo provato a
recuperare, non c’è mai stato un momento in cui abbiamo mollato».

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